La storia
Orbea ha la competizione nel DNA, gli anni ’30 segnano l’inizio del nostro passato di costruttori di biciclette con il nostro primo catalogo di bici. Comprendeva tre modelli, uno per le competizioni. Era il 1931. Questa bici da corsa aveva un telaio in acciaio, parafanghi, senza cambio ma rifinita a un livello elevato per l’epoca: soluzioni antiruggine o pedali resistenti all’acqua.
Era il periodo in cui brillava Mariano Cañardo, campione di Spagna proprio quell’anno e autentico idolo dei fan. Ma nel 1935 due pietre miliari segnano per sempre il ciclismo: la nascita della Vuelta di Spagna e il primo sistema che consente di cambiare marcia. La prima edizione della Vuelta di Spagna ha avuto 50 corridori in gara e mezzo plotone pedalava su una Orbea, grazie diversi accordi con l’organizzazione. Tra questi, Mariano Cañardo che si classificò secondo con la sua OrbeaSuper Profesional. In questa bicicletta in acciaio si intravedeva l’alluminio in alcuni dei componenti per poter alleggerire il tutto, ma l’acciaio continuava a prevalere. Furono inclusi anche i primi accorgimenti per migliorare la rigidità della struttura.Il sistema di ingranaggi consisteva in una ruota con un pignone su ogni lato. Per cambiare marcia, la ruota doveva essere rimossa e girata. Un anno dopo quella prima edizione della Vuelta di Spagna, arriva la nostra prima vittoria al Tour de France con Federico Ezquerra. In seguito, due eventi, la guerra civile spagnola e immediatamente dopo, la seconda guerra mondiale, costringono a sospendere le gare e frenano l’intera industria della bicicletta.
Dopo entrambe le guerre, tornano le competizioni come il Tour de France e la Vuelta di Spagna, che avevamo visto nascere. L’industria riprende forza. Sono gli anni ’40 e le biciclette come il nostro modello Orbea Carrera Profesional avevano già il cambio come lo conosciamo oggi. Era una bicicletta nata dalle “indicazioni dei campioni”. La qualità era palpabile in componenti come il movimento centrale o le bielle “extra fini”, oltre ad altre migliorire alla ricerca di una maggiore leggerezza. Questo si notava nelle competizioni: la velocità media aumentava gradualmente gara dopo gara.
Da quel momento fino agli anni ’70, il nostro patrimonio competitivo si è concentrato sulle sponsorizzazioni individuali, anche se negli anni ’60 il nostro catalogo includeva tre modelli da competizione. Il cosiddetto modello da “grande competizione”, l’ammiraglia da gara, comprendeva innovazioni come la doppia guarnitura e noi producevamo praticamente tutti i componenti tranne i copertoni. È stato negli anni ’70, che l’impulso competitivo è tornato. Già come cooperativa, abbiamo ripreso la competizione con una nuova squadra. Nelle biciclette da competizione si potevano già vedere i fermapiede, dettaglio che ha migliorato l’efficienza della pedalata. L’acciaio era ancora il materiale principale sebbene una lega di alluminio, l’alluminio duro, fosse presente in alcuni componenti.
Gli anni ’80 sono stati un decennio ricco di novità, probabilmente il più riuscito della nostra storia. Dopo la formazione del nostro primo team professionistico su strada, sono arrivati nomi come Peio Ruiz de Cabestany, Pedro Delgado o Marino Lejarreta che avrebbero firmato vittorie nei tre grandi giri. Proprio Pedro Delgado si è aggiudicato la Vuelta di Spagna nel 1985. Lo stesso anno del debutto della nostra squadra femminile, una delle prime in Spagna.
E le biciclette, da parte loro, continuavano ad evolversi e già si confrontavano faccia a faccia con prestigiosi marchi italiani.In questo decennio degli anni ’80, l’irruzione della mountain bike ha catturato gran parte dell’attenzione competitiva e anche in termini di sviluppo del prodotto. Fino al 1994.
Quello, oltre a essere l’anno della creazione della Fondazione Euskadi, è stato l’ultimo anno in cui una bicicletta con telaio in acciaio ha vinto una gara come il Tour de France. L’alluminio entrava in scena ma solo per poco tempo, perché stava per arrivare la rivoluzione del carbonio.

ORBEA RISE – ALL MOUNTAIN
Il lancio della Rise ha rivoluzionato il mondo delle e-MTB leggere con la sua filosofia “più bici, meno elettrica”. Semplicemente l’e-bike con la sensazione più naturale sul mercato, che avvicina i ciclisti al sentiero e stravolge i preconcetti sulle bici elettriche.

ORBEA WILD – ENDURO
Si potrebbe dire che Wild ha il motore più potente o la batteria più capiente del mercato. Ma non è necessario. Wild ci porta al di là di queste banalità, nel mondo di Beyond Power, dove la guida è la cosa più importante, dove i sentieri sono infiniti e pieni di flusso. Lasciatevi alle spalle le e-bike pesanti e insensibili e diventate Wild.
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